sabato 14 febbraio 2015

Omnia Vincit Amor (parte seconda)



Alla voce AMORE l’enciclopedia Treccani risponde con ben sei punti, tutti corredati di una gamma di definizioni più specifiche (espletate in lettere fino alla d). 
 
Ma che cos’è l’amore?

In migliaia di anni non si è prodotta una sola spiegazione che non sia stata poi ampliata, arricchita, ornata, o addirittura ridotta all’osso, mortificata o onorata di un silenzio che vale più di tante parole. 

Mi chiedo cosa significhi ‘amore’ prima ancora di voler sapere quali sono i suoi effetti. O forse dovrei pensare che sono proprio i suoi effetti a renderlo tale, a farne un gigante dalla forza inesauribile e dall’aspetto mostruosamente umano? 

Esiste, fluisce, lo usiamo di continuo, ovunque, ma è astratto o concreto quest’amore?   Si vede, si tocca, si ode, si annusa, si gusta? 
Si e no.  
Per capirlo ho cercato la risposta in quell’ottantenne saputella della Treccani e la sua saggezza mi è venuta in aiuto anche stavolta!     
 
Il punto 1a recita così: 
Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia’.         
Niente di più meraviglioso!          

L’affectus è ciò che tocca lo spirito, il profondo fondo dell’anima e lo scuote. 
Si può essere affetti da amore come da una malattia, ma in quanto a sconvolgimento sembra non esserci una grande differenza! Allora possiamo ragionevolmente credere che anche l’amore sia una specie di malattia dai poteri speciali che ogni tanto ci colpisce? È una sorta di febbre buona e se ci sconvolge dentro nella maniera giusta siamo in grado di svilupparne anticorpi buoni a reggere tutta la vita; nel caso contrario passa presto e dopo un breve periodo di 3L (latte, lana, letto) si riprende la solita routine più forti di prima.

Il punto 2a, poi, restringe il campo definendolo un attrazione tra ‘due persone (ordinariamente ma non necessariamente di sesso diverso) che può assumere forme di pura spiritualità, forme in cui il trasporto affettivo coesiste, in misura diversa, con l’attrazione sessuale, e forme in cui il desiderio del rapporto sessuale è dominante, con carattere di passione, talora morbosa e ossessiva’.  
Qui il gioco si fa parecchio duro! Entra in scena il dualismo, la coesistenza di due aghi in grado di pungere contemporaneamente l’anima e il corpo. Ognuno ha due aghi e ogni gioco d’amore richiede minimo due partecipanti. Il numero obbligatorio di aghi in uso diventa dunque di quattro e tutti pronti a bucherellare a destra e sinistra senza sincronia, senza regole, perché l’unica regola posta da affetto e attrazione è che non esistono leggi in grado di condizionarne il compimento.
Che gran caos!   
Ecco allora perché l’amore è complicato, perché somiglia ad una malattia delirante a cui tutti in fin dei conti ci ‘affezioniamo’.    

Ma la definizione più simpatica arriva al punto 6a, quando credi di sapere già tutto sull’amore e leggi:
In botanica, amor perfetto o amor nascosto, nomi comuni della pianta Aquilegia vulgaris.          
È un meraviglioso fiore alpino legato alla leggenda medievale della metamorfosi di Rutibando.
Il principe era a tal punto lussurioso e prepotente che fu punito con la trasformazione in un fiore, però, ridicolo e buffo, che non sarà accarezzato da nessuna donna né colto da alcun innamorato.
Il nome del fiore vuol dire ‘raccoglitore d’acqua’ eppure risulta essere noto per l’aspetto grottesco e ricco di corna

Dov’è allora l’amor perfetto se oggi nessun amante si sognerebbe mai di regalare il fiore dei cornuti? 

La risposta l’hanno trovata prima di noi i nativi d’America e forse sarà bastato cercare nell’essenza invece che nell’aspetto, indagare il contenuto prima che la forma
Si dice che loro usassero un infuso di varie parti della pianta per una gran varietà di cure, dal mal di cuore alla febbre e come anti-veleno. Polverizzavano i semi e ne strofinavano la farina sulle mani come afrodisiaco e come profumo da uomo per attrarre la donna desiderata. 

Eccoli qua belli e in fila: l’amore, l’affetto, la febbre, l’attrazione, il desiderio

E chi l’avrebbe mai detto che un fiore così buffo potesse sfidare la Treccani e le definizioni che si susseguono da migliaia di anni. 
A me va bene così.
E, a quanto pare, l’Amor perfetto si spiega da solo!!!

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