Ma
che cos’è l’amore?
In
migliaia di anni non si è prodotta una sola spiegazione che non sia stata poi
ampliata, arricchita, ornata, o addirittura ridotta all’osso, mortificata o
onorata di un silenzio che vale più di tante parole.
Mi
chiedo cosa significhi ‘amore’ prima ancora di voler sapere quali sono i suoi effetti. O forse dovrei pensare
che sono proprio i suoi effetti a renderlo tale, a farne un gigante dalla forza
inesauribile e dall’aspetto mostruosamente umano?
Esiste,
fluisce, lo usiamo di continuo, ovunque, ma è astratto o concreto quest’amore? Si vede, si tocca, si ode, si annusa, si gusta?
Si e no.
Per capirlo ho cercato la risposta in quell’ottantenne saputella della Treccani e la sua saggezza mi è venuta in aiuto anche stavolta!
Per capirlo ho cercato la risposta in quell’ottantenne saputella della Treccani e la sua saggezza mi è venuta in aiuto anche stavolta!
Il punto 1a recita così:
‘Sentimento di viva affezione verso
una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di
ricercarne la compagnia’.
Niente di più meraviglioso!
Niente di più meraviglioso!
L’affectus è ciò che tocca lo spirito, il
profondo fondo dell’anima e lo scuote.
Si può essere affetti da amore come da
una malattia, ma in quanto a sconvolgimento sembra non esserci una grande
differenza! Allora possiamo ragionevolmente credere che anche l’amore sia una
specie di malattia dai poteri speciali che ogni tanto ci colpisce? È una sorta
di febbre buona e se ci sconvolge dentro nella maniera giusta siamo in grado
di svilupparne anticorpi buoni a reggere tutta la vita; nel caso contrario
passa presto e dopo un breve periodo di 3L (latte, lana, letto) si riprende la
solita routine più forti di prima.
Il
punto 2a, poi, restringe il campo
definendolo un attrazione tra ‘due persone (ordinariamente ma non
necessariamente di sesso diverso) che può assumere forme di pura spiritualità,
forme in cui il trasporto affettivo coesiste, in misura diversa, con
l’attrazione sessuale, e forme in cui il desiderio del rapporto sessuale è
dominante, con carattere di passione, talora morbosa e ossessiva’.
Qui il gioco si fa parecchio duro! Entra in scena il dualismo, la coesistenza di due aghi in grado di pungere contemporaneamente l’anima e il corpo. Ognuno ha due aghi e ogni gioco d’amore richiede minimo due partecipanti. Il numero obbligatorio di aghi in uso diventa dunque di quattro e tutti pronti a bucherellare a destra e sinistra senza sincronia, senza regole, perché l’unica regola posta da affetto e attrazione è che non esistono leggi in grado di condizionarne il compimento.
Che gran caos!
Qui il gioco si fa parecchio duro! Entra in scena il dualismo, la coesistenza di due aghi in grado di pungere contemporaneamente l’anima e il corpo. Ognuno ha due aghi e ogni gioco d’amore richiede minimo due partecipanti. Il numero obbligatorio di aghi in uso diventa dunque di quattro e tutti pronti a bucherellare a destra e sinistra senza sincronia, senza regole, perché l’unica regola posta da affetto e attrazione è che non esistono leggi in grado di condizionarne il compimento.
Che gran caos!
Ecco allora perché l’amore è complicato,
perché somiglia ad una malattia delirante a cui tutti in fin dei conti ci
‘affezioniamo’.

‘In botanica, amor perfetto o amor nascosto, nomi comuni della pianta Aquilegia vulgaris’.
È un meraviglioso fiore alpino legato alla leggenda medievale della metamorfosi di Rutibando.
Il principe era a tal punto lussurioso e prepotente che fu punito con la trasformazione in un fiore, però, ridicolo e buffo, che non sarà accarezzato da nessuna donna né colto da alcun innamorato. Il nome del fiore vuol dire ‘raccoglitore d’acqua’ eppure risulta essere noto per l’aspetto grottesco e ricco di corna.
Dov’è
allora l’amor perfetto se oggi nessun amante si sognerebbe mai di regalare il
fiore dei cornuti?
La
risposta l’hanno trovata prima di noi i nativi d’America e forse sarà bastato cercare nell’essenza invece che
nell’aspetto, indagare il contenuto
prima che la forma.
Si dice che loro usassero un infuso di varie parti
della pianta per una gran varietà di cure,
dal mal di cuore alla febbre e come anti-veleno. Polverizzavano i semi e
ne strofinavano la farina sulle mani come afrodisiaco e come profumo da uomo
per attrarre la donna desiderata.
Eccoli
qua belli e in fila: l’amore, l’affetto, la febbre, l’attrazione, il desiderio.
E
chi l’avrebbe mai detto che un fiore così buffo potesse sfidare la Treccani e
le definizioni che si susseguono da migliaia di anni.
A me va bene così.
E, a
quanto pare, l’Amor perfetto si spiega da
solo!!!
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