Verità
Acrilico
su cartone.
Colori
spenti a tratteggiare un volto che spento non è. No, ancora no.
La stasi
è momentanea, è frutto di un ricordo, un pensiero, una preoccupazione che si è
posata un attimo lì (negli occhi e nel cuore) ma che lascerà presto spazio ad
un’emozione, un’emozione che ancora non è percepibile.
Occhi
colmi, aperti verso l’interno più che verso l’esterno.
E guance
finte. Residuo di una maschera che fa quasi ridere, eppure è lì sempre. Sempre.
Una
bocca che parlerà, parlerà non appena avrà trovato il modo di dire ciò che sente,
scongiurando le possibilità di non essere compresa, anche se lo sa: siamo tutti
in buona dose incompresi.
Ho
osservato a lungo questa ragazza.
L’ho
guardata posando i miei occhi nei suoi occhi, nelle sue guance, nelle sue
labbra serrate e imperfette.
Mi sono
riconosciuta come in uno specchio.
Mi sono
riconosciuta e ho pianto.
Ho
pianto.
La
verità non esiste.
(Oppure fa paura)
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