Alzando gli occhi al cielo, specialmente in questo
periodo, può capitare di scorgere stormi di uccelli che, come abili danzatori,
danno vita ad uno spettacolo magico.
È lo spettacolo della migrazione, lo spostamento di folti
gruppi che, compatti, muovono verso nuove terre in grado di garantire loro la
sopravvivenza.
È un fenomeno che colpisce più della metà delle specie
presenti nel mondo e rappresenta per ogni singolo volatile un momento cruciale
nel corso della sua esistenza.
Una volta rintracciate le ragioni della migrazione
nella ricerca di sostentamento e condizioni climatiche più favorevoli, non
possiamo non chiederci come diavolo
facciano ad ORIENTARSI, a seguire rotte precise ed infallibili, a resistere
macinando migliaia di kilometri al giorno.
Il mistero dell’orientamento ha solleticato la curiosità
di numerosi scienziati, i quali hanno determinato l’esistenza di diverse
tecniche, tutte incredibilmente naturali:
·
- L’orientamento magnetico (gli uccelli
sono in grado di allinearsi ai campi magnetici terresti attraverso dei
sensori chimici presenti nel cervello, negli occhi e nel becco, una sorta di
GPS naturale!!!)
·
- L’orientamento geografico (sono gli
elementi naturali come le coste, i fiumi, i laghi, le montagne ad aiutare i
volatili nel percorrere le rotte.)
·
- L’orientamento astronomico (gli uccelli
seguono le costellazioni e soprattutto il sole!)
·
- La memoria collettiva ( i giovani
esemplari imparano la rotta da quelli più anziani, come in ogni specie che si
rispetti!!!)
Alcuni esemplari sono in grado di raggiungere numeri da record volando ad un’altezza
massima di 8000 metri (al pari delle rotte aeree praticamente) percorrendo
circa 3000 km al giorno ad una velocità media di 80Km/h. Dei portenti!!!!
Che forza e che coraggio questi uccelli!
Ma ciò che lascia maggiormente stupefatti è la capacità di muoversi all’unisono, di virare simultaneamente, di creare una concordanza perfetta nelle movenze!
Ma ciò che lascia maggiormente stupefatti è la capacità di muoversi all’unisono, di virare simultaneamente, di creare una concordanza perfetta nelle movenze!
Anche su questo punto gli scienziati sono stati in
grado di formulare un’equazione matematica in grado di spiegare come l’informazione
del cambio di rotta si propaghi nel gruppo.
Pare che per eseguire questa manovra sia necessario “un
gruppo dirigente coeso e dialogante” e, quindi, che siano pochi esemplari, in
particolari quelli che vengono a trovarsi lungo i bordi dello stormo, a guidare
i sottogruppi dei loro simili.
Questo significa che non esiste un vero leader alla guida della rotta, né sono sempre gli stessi esemplari a farlo, bensì tutti gli uccelli sono in grado e possono trovarsi a guidare il cambio di rotta del proprio stormo in un regime che definirei di vera democrazia.
Questo significa che non esiste un vero leader alla guida della rotta, né sono sempre gli stessi esemplari a farlo, bensì tutti gli uccelli sono in grado e possono trovarsi a guidare il cambio di rotta del proprio stormo in un regime che definirei di vera democrazia.
Stando a tutto ciò ho pensato che forse abbiamo
tantissimo da imparare dagli uccelli.
E poi ho pensato anche che ci sono cose che ci accomunano a loro, che una volta eravamo nomadi e cercavamo le condizioni migliori alla
sopravvivenza e che da allora non è poi cambiato così tanto.
Anche oggi migriamo, ci spostiamo in cerca di lavoro, in cerca di luoghi dove coltivare sogni o assicurare un futuro ai nostri piccoli.
Anche oggi migriamo, ci spostiamo in cerca di lavoro, in cerca di luoghi dove coltivare sogni o assicurare un futuro ai nostri piccoli.
Anche noi ci organizziamo in gruppi, in comunità, in società, in partiti
politici, eppure non siamo bravi come gli uccelli.
Ci manca l’unisono, la fiducia reciproca, a volte accettiamo ciecamente gli ordini di un leader, a volte ci ribelliamo.
Ci manca l’unisono, la fiducia reciproca, a volte accettiamo ciecamente gli ordini di un leader, a volte ci ribelliamo.
Ci capita (raramente) di avere leader troppo capaci, cosicchè
non siamo in grado di comprenderli o eguagliarli, oppure (più frequentemente) ne
abbiamo di ignoranti e meschini e ce ne distacchiamo per non cadere troppo in
basso. Se siamo in grado di metterci a guida del cambio di rotta spesso non ne
troviamo il coraggio e se, invece, non ne abbiamo le abilità, non facciamo
nulla per svilupparle, non ci poniamo domande.
Mentre gli uccelli si librano nell’aria creando
forme meravigliose, noi crediamo di muoverci e, invece, restiamo fermi.
Mentre noi li osserviamo ammirati, loro ci guardano
"sollevati".
Quante volte abbiamo desiderato di essere uccelli?
(a parte le vertigini s’intende!)
E in parte noi lo siamo. In potenza, lo siamo.
Il passo che ci divide dall’esserlo sta nella LIBERTA’ che decidiamo di esercitare.
La differenza è che reprimiamo l’espressione della
nostra anima con la scusa di essere limitati dalla gabbia del nostro corpo, con
l’idea che il nostro corpo sia una gabbia naturale, un guscio protettivo che ci
tiene con i piedi per terra, ben saldi ad un mondo artificiale, fatto di gabbie
più grandi, recinti ampi come città, alti come grattacieli, profondi come pozzi
di petrolio.
Eppure la natura non conosce gabbie, ma nidi, non
crea prigionieri, ma strumenti, la natura si autoregola, senza necessità di giustiziare
crudelmente.
Abbiamo davvero molto da imparare dagli uccelli, ma per
fortuna, come ha scritto Victor Hugo:
“L'anima aiuta il corpo e in certi momenti lo solleva.
È l'unico uccello che sostenga la sua gabbia.”
È l'unico uccello che sostenga la sua gabbia.”
Nessun commento:
Posta un commento