venerdì 13 febbraio 2015

Omnia vincit Amor (parte prima)





Vigilia di San Valentino
-Apologia di una festa come tante-

Nessuna persona assennata ammetterebbe mai di onorare la festa degli innamorati!
Ma dai! Scherziamo? Cose da femminucce debolucce!!!
Eppure è lì, un 14 ‘cuorato’ sul calendario di ognuno di noi, una data che non ci sfugge praticamente mai.

Cos’ha questa festa che non ci va giù?
Ancora con il discorso del consumismo?
Per qualche cioccolatino e un mazzetto di rose numero dispari? 
Non ci credo.
 
Credo invece che la ragione sia una bestia dalle mille teste chiamata CINISMO.
Si tratta di una malattia da cui non siamo tutti affetti, anzi, conta pochissimi ‘malati veri’. Gli altri addirittura la fingerebbero (me inclusa) per apparire forti e invincibili agli occhi degli altri.
Ma per carità! Che cosa triste! 

E quando avrebbe avuto origine questo cinismo?
Non ricordo, ma so per certo che nei diari delle scuole medie alla pagina del 14 febbraio campeggia la scritta:

“San Valentino
è la festa di ogni cretino
che pensava di essere amato
e, invece, rimase fregato!!!”

Con tanti punti esclamativi e la convinzione di giustiziare definitivamente i creduloni dell’innamoramento e dell’amore, senza sapere o capire che tante volte è proprio il bue a dire “cornuto” all’asino!
L’ho rinnegata anch’io questa festicciola di cuori, l’ho derisa per tanti anni (soprattutto quelli in cui degli adolescenti impomatati e col monociglio regalavano pupazzetti di diddle cuciti su enormi cuori morbidosi alle ragazze dal baffo vergine).

Oggi, però, ho voglia di pensarla in un’ottica un po’ più allargata, quasi “universale”

La festa degli innamorati ricorre domani come potrebbe ricorrere in qualunque altro giorno (ignoro la connessione con il martire cristiano) perché è solo un’occasione, l’occasione che abbiamo per riflettere sull’amore, l’AMORE che è VITA, l’AMORE che è TUTTO.

Coniugale, fraterno, filiale … sono rami di un unico albero che affonda le radici nella bellezza dell’universo.

Se solo fossimo tanto coraggiosi da toglierci la maschera del cinismo e tirar fuori la faccia più tenera che sappiamo fare, allora distingueremmo le banali smancerie dai sentimenti che mandano avanti la caretta del mondo.

La festa degli innamorati non minaccia nessuno, anzi, ci ricorda cosa ci tiene in vita, le cose o le persone di cui siamo innamorati, ci ricorda quant’è bello amare ed essere amati, quant'è appagante, come rende felici, liberi, importanti, concedendoci un assaggio di eternità.

E per tirare le somme mi affido ad uno che la sa lunga, ma l’ha fatta breve:

Omnia vincit amor et nos cedamus amori” 

Virgilio, Bucoliche, X, 69

 P.s. Anche Benigni rende bene l'idea!!!




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